Blenk era silenziosa. Non so a cosa stesse pensando. Probabilmente a ciò a cui pensavo io: all’affidabilità della moto, alle difficoltà del clima, al nostro stato di salute, alle malattie e a tutte le raccomandazioni che ci avevano fatto, o a tutti quei misteriosi beduini dagli occhi neri, che ci fissavano, e ci fissavano. E ci fissavano. Ora che eravamo sole sarebbero stati ospitali? Scivolammo via, puntando dritte verso l’ignoto.
Wallach, Teresa. 2014. The rugged road: due donne e una moto, da Londra a Città del Capo. Roma: Ultra.
Poi venne il capodanno: 1 gennaio 1935. Quella sera il direttore dell’ufficio postale, nonché operatore della stazione radio, ci invitò a casa sua. Nel fresco della sera indossava un mantello nero con una fodera rossa che balenava lampi di colore al suo movimento. Più tardi ci portò alla stazione radio per farci ascoltare la BBC e le notizie dal nostro Paese in inglese. Le campane del Big Ben, i rintocchi del vecchio orologio di Londra, erano così in contrasto con il luogo in cui eravamo che mi portarono alla mente qualcosa in più che il semplice passare del tempo. Nella testa vedevo la folla, la cultura, la cucina, il cemento, le persone nella monotonia dei loro lavori domestici, al sicuro in un mondo inclemente, in un momento della mia vita in cui i principi per una donna venivano imposti da chi non era tenuto a rispettarli. Preferii affrontare la sabbia del Sahara piuttosto che le dune della società dell’epoca.
Wallach, Teresa. 2014. The rugged road: due donne e una moto, da Londra a Città del Capo. Roma: Ultra.
Con il ronzio del motore sotto di me,
il calore del sole sopra di me,
andrò verso l’orizzonte lontano.
lungo le vie di campagna che amo.
I fiori servaggi e i frutti cresceranno,
e i fiumi scorreranno giù verso il mare,
sulla mia nobile compagna di viaggio,
rivendico una vita di Libertà.
Teresa Wallach