Ero sulla soglia di parecchie migliaia di ettari di splendida foresta, condivisa dalla Worthington State Forest e della Delaware Water Gap National Recreation Area. Il sentiero era curato e ripido quanto bastava perché vi si potesse fare esercizio all’aria aperta senza sottoporsi a un’ossessionante tortura. Bonus finale dell’esperienza: ero in possesso di cartine eccellenti. Mi trovavo infatti nelle mani cartograficamente premurose della New York – New Jersey Trail Conference, le cui carte topografiche sono stampate in ben quattro colori: verde per le foreste, blu per l’acqua, rosso per i sentieri e nero per le scritte. Si tratta di mappe chiaramente ed abbondantemente dettagliate e in scala ragionevole (1:36'000), e che indicano anche tutte le strade di collegamento e i sentieri secondari. È come se riuscendo a farti sapere dove ti trovi traessero una qualche forma di personale piacere. Non sono in grado di spiegare che genere di soddisfazione si provi nel poter dire, guardando una carta: “Ah, ecco dov’è Dunnfield Creek” o “Quella laggiù dovrebbe essere Shawnee Island”. Se tutte le cartine dell’Appalachian Trail fossero state precide anche solo la metà di queste, avrei goduto dell’esperienza almeno il 25% in più. Mi resi conto infatti che gran parte della mia indifferenza nei confronti dell’ambiente che mi circondava risiedeva semplicemente nel fatto che non avevo idea di dove mi trovassi. Ora finalmente potevo orientarmi, avere una percezione di quello che mi aspettava e sentirmi in qualche modo in contatto con un paesaggio in perenne mutazione eppure comprensibile.
Bryson, Bill, e Mondadori. Una passeggiata nei boschi. Parma: Guanda, 2000.