Fraser John Foster, Un pasto di nga-pee birmano

Arrivammo per tempo a Fyaukmyaung, o Kyoukmoung, o come volete chiamarlo, noto per essere stato uno o due anni fa saccheggiato dai briganti. Eravamo stanchi del solito riso e Lowe, nella sua ingenuità, suggerì una cena a base di pesce. L’idea era brillante, ma per poco non ci uccise tutti e tre. Avevamo mangiato zampe di rana in Francia e osservato con tranquillità il consumo di papaveri in Cina. Era quindi appropriato un pasto di nga-pee birmano.

Dopo che ci fummo ripresi dal nostro malessere, facemmo indagini sul modo in cui veniva preparato il cibo. Prima di tutto il pesce veniva pescato e messo a seccare al sole per tre giorni. Il pesce morto, ma che si muoveva ancora, veniva poi pestato con molto sale, e messo in un vaso di terracotta: quando si toglieva il coperchio, tutti, anche a otto chilometri di distanza, sapevano cosa c’era dentro.

Il nga-pee, me ne resi conto ben presto, era una prelibatezza che poteva essere apprezzata solo dai palati più raffinati. Il sapore è originale: è salato, quasi come burro rancido aromatizzato con formaggio di Linburg, aglio e olio di paraffina. L’odore è più interessante del sapore. Non passa inosservato.

Fraser, John Foster. Round the world on a wheel. London: Methuen & Co., 1899 (traduzione: I sapori del viaggio, RCS Libri, 2008)

Hunt Jackson Helen, C’è della trota?

C’è della trota? No. Pollo? No. Bistecche? No. Che cosa possiamo mangiare? Vitello e uova. I forestieri provenienti da Gastein avevano praticamente mangiato tutto il cibo della taverna di Berchtesgaden. Il vitello e le uova costituiscono la dieta principale dello stomaco tedesco: il vitello lesso grondante di grasso e senape e le orribili uova piene di burro e aglio. Puah! Per tutta la vita ricorderò l’insalata di uova che la cara Marie ha aggiunto ieri sera alla nostra cena e che ho assaggiato appena, per educazione, ma sono stata costretta a mandare giù in fretta con grosse sorsate di birra, come fosse calomelano. Pensavo di aver mangiato male in Italia, ma do senza dubbio alla Germania la palma della vittoria.

Hunt Jackson, Helen. Bits of travel. Boston: J.R. Osgood, 1874 (traduzione: I sapori del viaggio, RCS Libri, 2008)

Verne Jules, The happiest of men

Phileas Fogg had won his wager, and had made his journey around the world in eighty days. To do this, he had employed every means of conveyance -steamers, railways, carriages, yachts, trading-vessels, sledges, elephants. The eccentric gentleman had throughout displayed all his marvellous qualities of coolness and exactitude. But what then? What had he really gained by all this trouble? What had he brought from his long and weary journey?

Nothing, say you? Perhaps so; nothing but a charming woman, who, strange as it may appear, made him the happiest of men!

Truly, would you not for less than that make the tour around the world?

Verne, Jules. Around the world in eighty days. Boston: James R. Osgood, 1873.

Mungo Park, Moorish ladies

The curiosity of the Moorish ladies had been very troublesome to me ever since my arrival at Benowm ; and on the evening of the 25th (whether from the instigation of others, or impelled by their own ungovernable curiosity, or merely out of frolic, I cannot affirm), a party of them came into my hut, and gave me plainly to understand that the object of their visit was to ascertain, by actual inspection, whether the rite of circumcision extended to the Nazarenes (Christians), as well as to the followers of Mahomet. The reader will easily judge of my surprise at this unexpected declaration; and in order to avoid the proposed scrutiny, I thought it best to treat the business jocularly. I observed to them, that it was not customary in my country to give ocular demonstration in such cases, before so many beautiful women ; but that if all of them would retire, except the young lady to whom I pointed (selecting the youngest and handsomest), I would satisfy her curiosity. The ladies enjoyed the jest, and went away laughing heartily ; and the young damsel herself to whom I had given the preference (though she did not avail herself of the privilege of inspection), seemed no way displeased at the compliment, for she soon afterwards sent me some meal and milk for my supper.

Mungo Park. The Travels of Mungo Park. New York: J. M. Dent & co., E. P. Dutton & co., 1907.

Tweedie Ethel Brilliana, Attraction of sex

Nothing in the world is so incomprehensible as the attraction of sex. Age, quality, appearance, learning, position, or wealth, have nothing to do with it whatever. Sex attracts like a magnet ; but, unlike a magnet, one cannot say how or why, or name the cause of this power.

Tweedie, Ethel Brilliana. Women the World over. London: Hutchinson & co., 1914.

Verne Jules, Le plus heureux des hommes

Ainsi donc Phileas Fogg avait gagné son pari. Il avait accompli en quatre-vingts jours ce voyage autour du monde! Il avait employé pour ce faire tous les moyens de transport, paquebots, railways, voitures, yachts, bâtiments de commerce, traîneaux, éléphant. L'excentrique gentleman avait déployé dans cette affaire ses merveilleuses qualités de sang-froid et d'exactitude. Mais après? Qu'avait-il gagné à ce déplacement? Qu'avait-il rapporté de ce voyage?
Rien, dira-t-on? Rien, soit, si ce n'est une charmante femme, qui—quelque invraisemblable que cela puisse paraître—le rendit le plus heureux des hommes!
En vérité, ne ferait-on pas, pour moins que cela, le Tour du Monde?

Verne, Jules. Le tour du monde en quatre-vingt jours. Paris: Hetzel et C.ie, 1874.

Twain Mark, Non mangerò mai più cibo turco

Non mangerò mai più cibo turco. La cucina era allestita nella piccola sala da pranzo, vicino al bazar, e si apriva sulla strada. Il cuoco era sudicio e così pure il tavolo, privo di tovaglia. Il tizio prese parecchie salcicce, le arrotolò intorno a un filo di ferro e le mise a cuocere sul fuoco di carbonella. Quando furono pronte, le posò di lato e un cane si fece mestamente avanti e le assaggiò dopo averle dapprima annusate, riconoscendo probabilmente i resti di un amico. Il cuoco gliele tolse di bocca e ce le mise di fronte. Jack disse: “Passo” – qualche volta gioca a euchre – e tutti a nostra volta passammo. Poi il cuoco mise nel forno un dolce di frumento largo e piatto, lo unse per bene con la salciccia e stava dirigendosi verso di noi, quando questo gli cadde per terra nel sudiciume. Lui allora lo raccolse, lo pulì sui calzoni e ce lo mise davanti. Jack disse: “Passo”. Tutti passammo. Mise a friggere delle uova in una padella e stette pensieroso a pulire con una forchetta dei pezzi di carne che aveva tra i denti. Quindi usò la stessa forchetta per girare le uova e ce la portò. Jack disse: “Di nuovo, passo”. Tutti lo seguimmo. Non sapevamo cosa fare, così ordinammo una nuova porzione di salcicce. Il cuoco tirò fuori il suo filo di ferro, vi arrotolò di nuovo una giusta dose di salcicce, si sputò sulle mani e ricominciò a lavorare. Questa volta rinunciammo tutti all’unisono. Pagammo e ce ne andammo via. Questo è tutto quello che ho imparato sul cibo turco. Una colazione turca è buona, senza dubbio, ma ha i suoi piccoli inconvenienti.

Twain, Mark. Innocents abroad. Hartford: American Pub. Co., 1881 (traduzione: I sapori del viaggio, RCS Libri, 2008)

Thicknesse Philip, Evitare il luogo da cui scrivo

Post-House, St. George, a sei leghe da Lione

Sono preciso nell’intestare questa lettera nella speranza che i viaggiatori inglesi possano evitare il luogo da cui scrivo, o fermandosi poco, o tenendosene lontani, dato che è la sola struttura del villaggio ad accogliere i viandanti, ed è la peggiore in cui mi sia imbattuto in tutto il viaggio.

Thicknesse, Philip. A year’s journey through France, and part of Spain. London: Printed for W. Brown, 1789 (traduzione: I sapori del viaggio, RCS Libri, 2008)