Forrest Gump, correre un po'

Quel giorno, non so proprio perché decisi di andare a correre un po', perciò corsi fino alla fine della strada, e una volta lì pensai di correre fino la fine della città, e una volta lì pensai di correre attraverso la contea di Greenbow. Poi mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui tanto vale correre attraverso il bellissimo stato dell' Alabama, e cosi feci. Corsi attraverso tutta l'Alabama, e non so perché continuai ad andare. Corsi fino all'oceano e, una volta lì mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui tanto vale girarmi e continuare a correre. Quando arrivai a un altro oceano, mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui, tanto vale girarmi di nuovo e continuare a correre; quando ero stanco dormivo, quando avevo fame mangiavo, quando dovevo fare... insomma, la facevo!

Forrest Gump, diretto da Robert Zemeckis, Paramount Pictures, 1994

Carroll, Micio del Cheshire

‘Micio del Cheshire, […] potresti dirmi, per favore, quale strada devo prendere per uscire da qui?’
‘Tutto dipende da dove vuoi andare,’ disse il Gatto.
‘Non mi importa molto…’ disse Alice.
‘Allora non importa quale via sceglierai,’ disse il Gatto.
‘…basta che arrivi da qualche parte,’ aggiunse Alice come spiegazione.
‘Oh, di sicuro lo farai,’ disse il Gatto, ‘se solo camminerai abbastanza a lungo.’

 

Carroll, Lewis. Alice nel paese delle meraviglie. Milano: Terre di mezzo, 2020.

Twain, Basso Mississippi

Nel corso di centosettantasei anni il Basso Mississippi si è accorciato di duecentottanta chilometri. In media quasi milleseicento metri all'anno. Perciò ogni persona tranquilla, che non sia cieca o idiota, può constatare che nel periodo Paleo Oolitico Siluriano, un milione di anni fa il prossimo novembre, il fiume Basso Mississippi era lungo più di due milioni di chilometri e varcava il Golfo del Messico come una canna da pesca. E con lo stesso criterio ognuno può vedere che fra settecentoquarantadue anni il Basso Mississippi sarà lungo meno di tre chilometri, le strade del Cairo si incroceranno con quelle di New Orleans e le due città si troveranno comodamente insieme con lo stesso sindaco e un consiglio comunale congiunto. C'è qualcosa di affascinante nella scienza. Si ottiene un così abbondante patrimonio di congetture con un così minuscolo investimento di fatti.

 

Mark Twain, Life on the Mississippi

London, Osservare le cose prima che siano morte

Parlando in generale le ho provate tutte,
le strade felici che ti portano per il mondo.
Parlando in generale, le ho trovate buone
per uno che non possa usare troppo a lungo lo stesso letto,
ma debba andare, proprio come ho fatto io,
e osservare le cose prima che siano morte.
London, Jack. La strada. Milano: Casa Editrice Bietti, 1930.

Marthaler, Latte di cammello e Coca Cola

Sono sempre ben accolto negli accampamenti dei nomadi mauri dove mi fermo alla fine della giornata. Gli uomini prendono il latte dai cammelli, bevanda che ha un importante valore nutrizionale, indispensabile ai nomadi. Ci aggiungono dell'acqua e dello zucchero o, se ne hanno i mezzi, della coca cola!

Marthaler, Claude. Il canto delle ruote 7 anni in bicicletta intorno al mondo. Altre terre 15. Portogruaro: Ediciclo, 2008.

Anonimo, Prime esperienze

Durante le vacanze estive del mio primo anno di università andai a Cornwell, dove ero stato invitato da una ragazza che viveva nel mio stesso residence studentesco, il tipo di ragazza con la quale mi sarebbe piaciuto avere una relazione del sesto grado; così, nell'entusiasmo del primo anno di libertà dalla famiglia, ero sicuro che sarebbe stata una settimana di sesso disinibito a volontà, magari sulla spiaggia.
Il viaggio in treno fu interminabile, comunque molto più lungo del previsto, però mi tenevano compagnia le fantasie erotiche sempre più complicate che avevo in testa, e non mi annoiai. Arrivato alla stazione di Cornwell mi venne incontro la ragazza con il suo fidanzato, un tipo con la barba e la giacca nera di pelle, che aveva qualcosa a che fare con le armi nucleari della Marina. Mi accompagnarono a casa della madre di lei, e li mi presentarono il fratello minore, un vegetariano con la faccia incazzata, che parlava l'esperanto e aveva appena confessato ai genitori di essere gay. Fu a quel punto che capii il perfido piano della tipa: pensando che anche io fossi gay, mi aveva invitato a casa per farmi conoscere il fratello e magari farci mettere insieme. La madre mi confidò che l'aveva appena visto in bagno mentre si provava un nuovo tanga. E mi fece pure l'occhiolino. Passai una settimana orribile, a visitare i posti turistici strizzato tra due uomini sul retro di una Datsun Sunny. Mi venne la stitichezza.


Anonimo, citato in Kieran, Dan e Mondadori. 2008. Cinquanta vacanze orrende: storie di viaggi infernali. Torino: Einaudi.

McCrum, Vaf****ulo

Non c'è posto al mondo in cui alzare il dito medio (magari agitandolo aggressivamente davanti all'interlocutore) sia un gesto educato. Si suppone che simboleggi il pene eretto e significhi universalmente "Vaf****ulo". Risale ai tempi degli antichi Romani, quando era noto come digitus impudicus (letteralmente, "dito maleducato"). In genere gli arabi lo fanno al contrario, con le altre dita allargate e il medio puntato verso il basso.
McCrum, Mark. Il viaggiatore maldestro: le gaffe e i modi per evitarli. Torino: Einaudi, 2009.

Canestrini, Geografie intime

Sono state inventate zoologie e geografie intime per definire e collocare 'la cosa': down there, come si usa dire ai bambini inglesi, là sotto. Da una parte sta la volgarità sempre in agguato: fregna, topa, sorca. Dall'altra il ricorso a diminutivi infantili vagamente esorcizzanti il pauroso mistero: farfallina, patatina, gattina, passera, chitarrina. Insomma, si passa improvvisamente dal trucido al fru fru. Possibile che non vi sia scampo?
Canestrini, Duccio. I misteri del monte di Venere : viaggio nelle profondità del sesso femminile. Milano: Rizzoli, 2010.

Krakauer, Prossimo alla morte

S.O.S. Ho bisogno del vostro aiuto. Sono malato, prossimo alla morte, e troppo debole per andarmene a piedi. Sono solo, non è uno scherzo. In nome di Dio, vi prego, rimanete per salvarmi. Sono nei dintorni a raccogliere bacche e tornerò stasera. Grazie. Chris McCandless. Agosto?


Krakauer, Jon. Nelle Terre Estreme. 25a ed. Exploits. Milano: Corbaccio, 2013.

Ungaretti, Girovago

In nessuna

parte

di terra

mi posso

accasare

 

A ogni

nuovo

clima

che incontro

mi trovo

languente

che

una volta

già gli ero stato

assuefatto

 

E me ne stacco sempre

straniero

 

Nascendo

tornato da epoche troppo

vissute

 

Godere un solo

minuto di vita

iniziale

 

Cerco un paese

Innocente

 

Girovago, di Giuseppe Ungaretti, pubblicato nell'opera L'Allegria, 1931

Kagge, Perdersi

Può sembrare esagerato suggerire a qualcuno di prendere la strada sbagliata, o di perdersi, ma può essere anche un buon consiglio.

Erling Kagge. 2018. Camminare: un gesto sovversivo. Stile libero Extra. Torino: Einaudi.

Theroux, Tornerò

‘Mi indicò la strada per Minhead, non la più breve, ma la più bella, disse. Aveva i capelli chiari e gli occhi scuri. Dissi che la sua casa era bella. Lei disse che era una pensione; poi rise. ‘Perché non resta qui stanotte?” Lo diceva sul serio e sembrava tenerci e allora non fui certo di che cosa offrisse. Rimasi lì in piedi e le sorrisi di rimando… Non era nemmeno l’una e non mi ero mai fermato in un luogo così presto. Dissi, ‘Forse una volta tornerò’. ‘Sarò ancora qui’, disse lei.
(Theroux 1983)

Citato in Leed, Eric J. 1992. La mente del viaggiatore: dall’Odissea al turismo globale. Biblioteca storica Il Mulino. Bologna: Il Mulino.

 

Leed, La forza del viaggio

La forza del viaggio è corrosiva, spoglia e consuma; è un’esperienza di perdita continua. Il mondo creato dal viaggio è segnato tanto da ciò che manca quanto da ciò che è presente.

Leed, Eric J. 1992. La mente del viaggiatore: dall’Odissea al turismo globale. Biblioteca storica Il Mulino. Bologna: Il Mulino.

 

Kerouac, Chi sono?

Mi svegliai che il sole si faceva rosso; e quello fu l’unico, chiaro momento della mia vita, il momento più strano di tutti, in cui non seppi chi ero… Mi trovavo lontano da casa, stralunato e stanco del viaggio, in una misera camera d’albergo che non avevo mai vista,… e guardavo l’alto soffitto pieno di crepe e davvero non seppi chi ero per circa quindici strani secondi. Non avevo paura; ero solo qualcun altro, un estraneo, e tutta la mia vita era una vita stregata, la vita di un fantasma. Mi trovavo a metà strada attraverso l’America, alla linea divisoria fra l’Est della mia giovinezza e l’Ovest del mio futuro, ed è forse per questo che ciò accadde proprio lì e in quel momento, in quello strano pomeriggio rosso.
(Jack Kerouac, 1967)

Citato in Leed, Eric J. 1992. La mente del viaggiatore: dall’Odissea al turismo globale. Biblioteca storica Il Mulino. Bologna: Il Mulino.