Hunt Jackson Helen, C’è della trota?

C’è della trota? No. Pollo? No. Bistecche? No. Che cosa possiamo mangiare? Vitello e uova. I forestieri provenienti da Gastein avevano praticamente mangiato tutto il cibo della taverna di Berchtesgaden. Il vitello e le uova costituiscono la dieta principale dello stomaco tedesco: il vitello lesso grondante di grasso e senape e le orribili uova piene di burro e aglio. Puah! Per tutta la vita ricorderò l’insalata di uova che la cara Marie ha aggiunto ieri sera alla nostra cena e che ho assaggiato appena, per educazione, ma sono stata costretta a mandare giù in fretta con grosse sorsate di birra, come fosse calomelano. Pensavo di aver mangiato male in Italia, ma do senza dubbio alla Germania la palma della vittoria.

Hunt Jackson, Helen. Bits of travel. Boston: J.R. Osgood, 1874 (traduzione: I sapori del viaggio, RCS Libri, 2008)

Twain Mark, Non mangerò mai più cibo turco

Non mangerò mai più cibo turco. La cucina era allestita nella piccola sala da pranzo, vicino al bazar, e si apriva sulla strada. Il cuoco era sudicio e così pure il tavolo, privo di tovaglia. Il tizio prese parecchie salcicce, le arrotolò intorno a un filo di ferro e le mise a cuocere sul fuoco di carbonella. Quando furono pronte, le posò di lato e un cane si fece mestamente avanti e le assaggiò dopo averle dapprima annusate, riconoscendo probabilmente i resti di un amico. Il cuoco gliele tolse di bocca e ce le mise di fronte. Jack disse: “Passo” – qualche volta gioca a euchre – e tutti a nostra volta passammo. Poi il cuoco mise nel forno un dolce di frumento largo e piatto, lo unse per bene con la salciccia e stava dirigendosi verso di noi, quando questo gli cadde per terra nel sudiciume. Lui allora lo raccolse, lo pulì sui calzoni e ce lo mise davanti. Jack disse: “Passo”. Tutti passammo. Mise a friggere delle uova in una padella e stette pensieroso a pulire con una forchetta dei pezzi di carne che aveva tra i denti. Quindi usò la stessa forchetta per girare le uova e ce la portò. Jack disse: “Di nuovo, passo”. Tutti lo seguimmo. Non sapevamo cosa fare, così ordinammo una nuova porzione di salcicce. Il cuoco tirò fuori il suo filo di ferro, vi arrotolò di nuovo una giusta dose di salcicce, si sputò sulle mani e ricominciò a lavorare. Questa volta rinunciammo tutti all’unisono. Pagammo e ce ne andammo via. Questo è tutto quello che ho imparato sul cibo turco. Una colazione turca è buona, senza dubbio, ma ha i suoi piccoli inconvenienti.

Twain, Mark. Innocents abroad. Hartford: American Pub. Co., 1881 (traduzione: I sapori del viaggio, RCS Libri, 2008)

Thicknesse Philip, Evitare il luogo da cui scrivo

Post-House, St. George, a sei leghe da Lione

Sono preciso nell’intestare questa lettera nella speranza che i viaggiatori inglesi possano evitare il luogo da cui scrivo, o fermandosi poco, o tenendosene lontani, dato che è la sola struttura del villaggio ad accogliere i viandanti, ed è la peggiore in cui mi sia imbattuto in tutto il viaggio.

Thicknesse, Philip. A year’s journey through France, and part of Spain. London: Printed for W. Brown, 1789 (traduzione: I sapori del viaggio, RCS Libri, 2008)

Burton Isabel, I turisti di Cook

I turisti di Cook erano arrivati e con loro passai più tempo possibile, andando a pranzo e a cena alla loro table d'hôte. Dovevano essere circa centottanta e mi assicurarono divertimento e insegnamenti a non finire. Arrivano in una città come locuste ed è un duro lavoro per noi habitués trovare cibo e alloggio durante la loro permanenza. Gli abitanti dicevano: "Ma hum Sayyahin: Hum Kukiyyeh", (questi non sono viaggiatori, sono Cookii); tuttavia non si può non lodare il signor Cook e la sua organizzazione. Dà la possibilità a migliaia di persone, che altrimenti starebbero a casa, di godere dell'éducation d'un voyage, e il viaggio è una necessità per "la nostra ristretta mentalità insulare". Aprirà al turismo paesi ora difficilmente accessibili; il gruppo di Cook non sarà maltrattato o depredato laddove un individuo da solo difficilmente riuscirebbe ad entrare. Il turismo crescerà invece di diminuire, e ogni anno si vedranno nuovi progressi.

Burton, Isabel. The Inner Life of Syria. London: Henry S. King & Co, 1875 (traduzione: Era meglio non partire, RCS Libri, 2008)

Mungo Park, La curiosità delle signore

La curiosità delle signore mi aveva dato molto fastidio sin dal mio arrivo a Benowm, e la sera del venticinque (non posso dire se su istigazione degli altri o spinte dalla loro incontenibile curiosità o, più semplicemente, per gioco) un gruppo di donne venne alla mia capanna, e mi fece chiaramente capire che lo scopo della visita era quello di accertarsi, con un vera e propria ispezione, se il rito della circoncisione si estendesse anche ai nazareni (cristiani) come era praticato dai seguaci di Maometto. Il lettore non avrà difficoltà a capire la mia sorpresa di fronte a questa inaspettata dichiarazione e, al fine di evitare l’esame proposto, pensai che fosse meglio trattare la faccenda in modo scherzoso. Feci loro osservare che nel mio paese, in casi come questi, non era abitudine dare una dimostrazione visiva, di fronte a tante bellissime donne, ma che se si fossero ritirate tutte salvo la giovane ragazza che indicai col dito (scegliendo la più giovane e bella), avrei soddisfatto, la sua curiosità. Le signore apprezzarono la burla e se ne andarono ridendo allegramente, la giovane fanciulla alla quale avevo accordato la mia preferenza (sebbene non si sia avvalsa del privilegio dell’ispezione) non sembrava in nessun modo dispiaciuta per il complimento, perché subito dopo mi mandò cibo e latte per la mia cena.

Mungo Park. The travels of Mungo Park. New York: J. M. Dent & co., E. P. Dutton & co., 1907 (traduzione: Era meglio non partire, RCS Libri, 2008)

Twain Mark, Gente calva

Secondo la tradizione, da queste parti c'è tanta gente calva perché il vento sradica i capelli dalla testa nel momento in cui si mettono a correre dietro i loro cappelli. Nei pomeriggi d'estate le strade di Carson presentano di rado un aspetto inattivo e pigro, perché si vedono sempre molti cittadini saltellare intorno ai loro cappelli in fuga, come tante donne di servizio che tentino di decapitare un ragno.

Twain, Mark. Roughing it. Toronto: Musson, 1899.

Blunt Anne, Locuste

Le locuste fanno ormai parte della nostra dieta quotidiana, e sono davvero eccellenti. Dopo averle provate in parecchi modi, siamo giunti alla conclusione che è meglio bollirle. Si devono staccare le lunghe saltellanti zampette e, tenendo le locuste per le ali, immergerle nel sale e mangiarle. Il sapore è più quello di un vegetale che di carne o pesce, non dissimile dal grano in Inghilterra, e per noi è un ottimo sostituto della verdura di cui abbiamo un gran bisogno.

Blunt, Anne. A Pilgrimage to Nejd, the Cradle of the Arab Race. London: J. Murray, 1881.

Jebb Louisa, Non ci mancava nulla

Tentai di ricordare che cosa volesse dire vivere nella civiltà, ma tutto quello che mi tornò alla mente fu come fosse stato difficile staccarmene. Mentre eravamo ancora lì, non sapevamo che cosa avremmo potuto volere altrove. Ma, una volta lontane, ogni difficoltà era scomparsa; d’improvviso ci sembrò che tutto accadesse naturalmente. Non ci mancava nulla di quello che ci eravamo lasciate alle spalle. E siccome era stato difficile distaccarcene quando ancora ci vivevamo, ora avevamo delle difficoltà a tornarci.

Jebb, Louisa. By Desert Ways to Baghdad and Damascus. London: T. F. Unwin, 1909.